Vi racconto cos’è la paura.

Tanto tempo fa, in un paese lontano, viveva un enorme gigante.
Era alto almeno dieci piedi, con un ciuffo di capelli rossi e una gran barba, e teneva sempre in mano una grande ascia.
Tutti gli anni, nello stesso giorno, alla stessa ora, il gigante scendeva dalle montagne in cui abitava e si piazzava fuori dalle mura del castello, terrorizzandone gli abitanti.
“Forza, mandatemi il vostro uomo più coraggioso e io combatterò contro di lui”, gridava torreggiando sopra le mura e agitando minacciosamente l’ascia. “Mandatemi qualcuno da combattere, oppure abbatterò le mura del castello e ucciderò tutti a colpi di ascia”.
E tutti gli anni il cancello del castello si apriva lentamente e timidamente per far uscire il povero diavolo destinato ad affrontare il gigante e la morte certa.
“È il meglio che potete fare?”, sogghignava malvagiamente il gigante.
Il meschino lo affrontava terrorizzato dalla sua mole e
dal compito che lo attendeva. Nessuno era mai riuscito a estrarre la spada prima che il gigante lo schiacciasse con il suo terrificante pugno e lo facesse a pezzi con l’ascia.
Ma un giorno arrivò in città un giovane principe.
“Perché qui tutti sembrano così tristi e spaventati?”, chiese a un viandante.
“Non hai ancora visto il gigante”, rispose quest’ultimo.
“Quale gigante?”, domandò il giovane principe, incuriosito.
Il viandante lo mise al corrente della situazione.
“Tutti gli anni, in questo stesso giorno, il gigante scende dalle montagne e sfida a duello il più coraggioso. E tutti gli anni lo massacra all’istante. Non ha nemmeno il tempo di estrarre la spada. È come se il gigante lo ipnotizzasse”
“Vedremo”, disse il giovane principe.
Più tardi, quando arrivò il gigante, lo trovò ad aspettarlo.
“Forza, mandatemi il vostro uomo più coraggioso e io combatterò contro di lui”, gridò come al solito il gigante.
“Sono qui”, gli disse il giovane principe aprendo il cancello e avanzando a grandi passi verso di lui.
Per un attimo il gigante e il principe rimasero uno di fronte all’altro. Pur essendo ancora molto lontano da lui, il principe venne istantaneamente terrorizzato dalla dimensione e dall’aspetto del suo avversario. Ma facendo appello a tutto il suo coraggio, iniziò a camminare verso il gigante brandendo la spada e senza mai distogliere lo sguardo da quel volto orribile incorniciato dai capelli rossi e dalla barba rossa.
Tutt’a un tratto si rese conto che mentre camminava verso di
lui, il gigante – anziché apparirgli più grande – iniziava a rimpicciolire ai suoi occhi. Si fermò a guardarlo. In realtà era alto solo cinque piedi. Si avvicinò ancora e poi si fermò. Adesso era alto solo due piedi.
Continuò a camminare fin quando non fu faccia a faccia con il gigante; e a ogni passo che faceva lo vedeva rimpicciolirsi. Ormai era così piccolo che guardava il giovane principe dal basso in alto. Era alto appena dodici pollici.
Il giovane principe prese la spada e l’affondò nel cuore del gigante. Mentre quest’ultimo giaceva a terra morente il principe si inginocchiò su di lui e gli sussurrò: “Chi sei?”
Esalando l’ultimo respiro, il gigante rispose: “Mi chiamo
Paura”.

Una opinione su "Vi racconto cos’è la paura."

  1. E ‘ Proprio così la paura a volte pervade il cervello e ti immobilizza a tal punto da non essere più in grado di reagire.
    Ma come si fa ad essere razionali per non bloccarsi forse bisognerebbe avere la capacità di concentrarsi su se stessi per avere una via di scampo, una fuga perché senza quella forza non ci sono soluzioni .

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